sabato 8 novembre 2008

Il primo passo.

Vari quotidiani di ambo le parti hanno informato i manifestanti e l'Italia tutta che in questi giorni il Cdm ha approvato le linee guida per l'università e un decreto legge con disposizioni urgenti per il diritto allo studio.

Secondo quanto dichiara Mariastella Gelmini, le linee guida costituiscono i punti della riforma su cui è possibile discutere. Si apre improvvisamente il dialogo dopo la chiusura ermetica dei primi periodi in cui fu proposta la legge. Comincia a produrre i primi effetti concreti la protesta del mondo universitario e della scuola, afferma La Repubblica. L'atmosfera di questi giorni oscilla tra l'entusiasmo dei rettori, o almeno di alcuni di loro, tra cui quello de La Sapienza di Roma (“Prendo atto con grande soddisfazione del provvedimento presentato dal ministro dell’Istruzione, università e ricerca che risponde largamente alle aspettative che io stesso avevo posto come problema politico urgente: maggiore trasparenza e certezza sui concorsi, sblocco del turnover per le università e gli enti di ricerca, provvedimenti per gli studenti meritevoli, borse di studio per i giovani, fondi per l’edilizia universitaria, misure per le università caratterizzate da attività didattiche e di ricerca di alto livello, con la destinazione di stanziamenti significativi. Ci attendiamo adesso che si prosegua con chiarezza sulla via della riforma, ad esempio introducendo norme premiali che consentano di valorizzare chi si impegna di più nella ricerca e nell’attività didattica.“), allo scetticismo, alle proteste degli studenti che continuano nonostante tutto. Ancora più “violente” di prima, come affermano le opinioni contrastanti di due quotidiani nazionali sui fatti della Ostiense (link de Il Giornale, link de La Repubblica). Si cerca come al solito di distogliere l'attenzione dai fatti concreti con polveroni studiati ad arte. Schematizziamo, dunque, le linee guida e il decreto approvati dal Consiglio dei Ministri:

  • I concorsi già banditi non saranno bloccati (1.800 per 3.700 idoneità da professore e 320 posti da ricercatore). Cambia il meccanismo per la composizione delle commissioni di valutazione, basato su sorteggio (“al posto di 5 persone ne eleggeremo 12 e dentro a queste ne sorteggeremo 4”, spiega Mariastella Gelmini a Il Giornale). Entro la fine di gennaio le commissioni saranno composte con la nuova modalità. Il tutto si risolvera con “un leggero spostamento di qualche settimana per consentire la formazione della commissione con il nuovo metodo".
  • Il decreto ("un piccolo provvedimento, di tre articoli più un quarto di copertura" - "non è la riforma dell’università", afferma sempre la Gelmini) prevede di destinare 135 milioni di euro a borse di studio per ragazzi meritevoli (circa 180.000 studenti).

  • Il decreto punta inoltre all'assunzione di due o tre ricercatori per ogni docente in pensione.

  • Vi sarà lo stanziamento di fondi su base meritocratica: 500 milioni del Fondo di Finanziamento Ordinario delle università saranno allocati "in maniera meritocratica, sulla base della valutazione scientifica e della qualità della ricerca". Negli atenei che spendono “troppo” per il personale (con i conti sballati) non potranno assumere docenti e ricercatori. Gli atenei con i conti in ordine, invece, il blocco del turn over salirà al 50% (dal 20% attuale), e le assunzioni dovranno favorire i ricercatori, a tempo indeterminato e determinato. Dal 2009, il 5% del FFO verrà ripartito in base alle pagelle che il CNVSU (Consiglio Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario) assegnerà ai diversi atenei.

  • Il decreto contiene inoltre misure per l'aumento dei posti nelle residenze universitarie.

Oltre ai punti suddetti, c'è anche da dire che i tagli previsti per il 2010 restano a tutti gli effetti, in quanto approvati dalla manovra economica della Finanziaria dell'estate scorsa. Si sta cercando, in pratica, di tamponare gli effetti disastrosi di tale manovra. Si tace sul discorso delle Fondazioni.

E' un primo passo e sicuramente le manifestazioni composite di queste ultime settimane hanno obbligato il Governo ad aprire il dialogo.

Abbiamo visto strumentalizzazioni da tutte le parti in gioco, abbiamo visto disinformazione e confusione, ma abbiamo anche visto un grande lavoro di collaborazione da parte di quegli studenti e quei ricercatori e docenti che si sono battuti in favore della libertà della conoscenza. E' aumentata, difatti, la presa di coscienza degli eventi, ed è questa presa di coscienza che ha portato a questi primi risultati.

Resta ora da vedere se queste linee guida sono un valido punto di partenza, oppure se si tratta solamente dell'ennesima parvenza di democrazia.

Grazie a tutti.

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